Ai tuoi fedeli, Signore, la vita non è tolta, ma trasformata
COMMENTO AL VANGELO DELLA DOMENICA XXXII del T. O. (6 novembre) a cura di Padre Pierluigi Mirra
Luca 20,27-38
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducèi – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: “Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello”. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie».
Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».
Commento di P. Pierluigi Mirra - passionista
Siamo certi che la fedeltà dell’amore e nell’amore, va oltre lamorte, e davvero tutti, a dire del Salmo responsoriale,”ci sazieremo contemplando il volto del Signore”.
La prima lettura ci presenta un esempio di amore materno che va al di là del martirio.La fede della madre è talmente radicata nel cuore dei sette figlioli che essi non hanno paura di affrontare ilmartirio,per conservare la fede dei padri ,che lamadre gli aveva inoculato con il latte .Lo sguardo della donna e dei ragazzi va oltre la morte, infatti nello sfidare il carnefice, essi rinnovano la lo professione di fede nella resurrezione,affermando che per il tiranno la resurrezione non saràcertamente di vita. Il problema della resurrezione è anche al centro del brano del Vangelo di Luca. Gesù si trova ad essere sfidato sull’aldilà dai Sadducei i quali non credevano alla resurrezione dei morti. E l’esempio che essi portano è abbastanza emblematico, perché tocca la vita oltre la vita di una coppia vissuta nel tempo. La protagonista è una donna rimasta più volte vedova, che per la legge ha dovuto sposare i fratelli del marito. E questa donna arriva a sposarne ben sette, e poi, quasi stanca, anche lei si è addormentata nella morte.Il problema posto dai Sadducei, è quello di quale marito,dei sette,nell’altra vitasarà moglie la donna. La risposta di Gesù porta l’argomentazione su un’altra linea ,affermando che ilmatrimonio non e certo incompatibile con la resurrezione, ma che noi dall’altra parte, assumeremo una nuova dimensione. La vita eterna è qualcosa che è diversa dalla nostra presenza nel tempo,e il legame fa parte della storia umana quaggiù. Gesù sposta l’interesse non tanto sul legame che quaggiù lega gli uomini tra di loro, ma sulla realtà della resurrezione, che ci porta a guardare al di la del tempo. Quaggiù il Signore ci ha affidato un compito, diverso l’uno dall’altro, ma per vivere, cercando di essere graditi, per poi presentarci un giorno al tribunale di Dio, non tanto per essere o meno quelli che come missione siamo stati nel tempo, ma per rispondere ognuno come la missione è stata compiuta. Siamo in cammino, insieme, con legami umani, ma sempre tesi ad attendere la vita che verrà. Allora diamo alle nostre giornate,una per una, la dimensione di essere sempre la più bella della nostra vita, in modo che anche nell’aldilà, le cose belle possiamo conservarle per noi ,e per sempre.
Ai tuoi fedeli ,Signore, la vita non è tolta, ma trasformata.