In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».
Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».
Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.
Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere.
Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.
Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».COMMENTO
L’Anno Liturgico volge alla fine, e la Parola di Dio insiste sempre più sulle ultime realtà che accompagneranno la fine dell’avventura del mondo e del tempo . Il Profeta Malachia, nella I Lettura è categorico nell’avvertirci che “sta per venire il giorno rovente come un forno”. E distingue il Profeta i superbi che dalla giustizia di Dio saranno trattati come “paglia”, e quelli che avranno avuto timore del Signore per i quali sorgerà come benefico il sole.,perchè il Signore giudicherà il mondo con giustizia.
Nel brano della II lettera ai Tessalonicesi ,Paolo esorta gli abitanti di quella Comunità a guardare in fondo alla scena del mondo,ma non per arrivarci con le mani vuote ,ma con l’essere all’opera e al lavoro, perchè nessuno ha il diritto di mangiare alle spalle degli altri, e chi non lavora non ha neppure il diritto di sedere a tavola. Nelle ansie e nelle fatiche del percorso nel tempo, siamo chiamati ad alzare lo sguardo oltre le situazioni esistenziali, e a sentire la forza della liberazione che si avvicina. Certamente ci saranno segni di avvertimento ,che ci daranno il tempo e ci suggeriranno di prepararci al momento della fine
Il tempo, dove, il come?....
Beh ,tutto ciò ha la risposta dell’incertezza ….Una situazione perciò che ci esorta a non perderci in chiacchiere nel tempo che abbiamo tra le mani, ma a trafficare ogni cosa con impegno e responsabilità, sapendo che il tempo che abbiamo non è molto, e il rimandare prese di posizioni di sicurezza, potrebbe farci poi imbattere nella sorpresa.
La perseveranza nel bene ci aiuterà certamente a salvare la nostra anima!
Allora perseveranza nel bene ,unire fiducia nella Provvidenza di Dio, che ci regala tempi e momenti da vivere alla luce dell’insegnamento di Cristo, con un cammino proficuo e fecondo ,operando con la carità nella verità. Solo così agendo e camminando , diamo una mano a Dio che vuole aiutarci a salvare le nostre anime
Per costruire il futuro , bisogna vivere bene il presente.
Vangelo di DOMENICA XXXIII DEL T. O. (13 novembre 2016) -Luca 21,5-19 - Commento di P. Pierluigi Mirra passionista
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