Il Vangelo della Domenica
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In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città.


Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta.
Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio.


C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia».
E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva:
«Gloria a Dio nel più alto dei cieli
e sulla terra pace agli uomini, che egli ama». (Giovanni  1,1-18)

 

 

COMMENTO

 

La liturgia del Santo Natale è carica di vita , di gioia esplosiva, di meraviglia nuova. Sia  S.Messa della Notte,come quella dell’Aurora, e infine  quella del Giorno ci esortano  alla meraviglia spirituale,a fremere di gioia interiore a benedire  Dio.              Ma in tutta  la liturgia c’è una frase lapidaria che esprime  in pieno il mistero del Natale :”Il Verbo  è fatto  carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi.”(Gv.1,4)  Natale è   Dio che si è fatto prossimo  nella carne dell’uomo. Il Dio lontano si è fatto vcino , facendosi bambino, nella povertà,nella semplicità e  nell’umiltà più totale, per  entrare  nella storia dell’uomo, per porsi sulla strada dell’uomo,per camminare con lui, per rompere la sua solitudine nel creato, per prenderlo per mano e  ricondurlo alla casa natia,la casa di Dio.

‘ E’ anche evidenziato, specialmente nel Prologo di Giovanni, la realtà  del contrasto tra la luce e le tenebre, e il rifiuto delle tenebre di accogliere la luce,insieme  però a quello che   succede in coloro che la luce hanno accolto,e si sono trovati  ad avere una nuova identità. Si, a quanti hanno” accolto la luce ha dato il potere di diventare figli di Dio”. Dio non si arrende alle tenebre in cui l’uomo ,con il peccato, si è cacciato,ma  con la sua potenza rompe queste tenebre e accende in mezzo all’umanità quella Stella che brillerà per sempre, perché quella Stella vive della luce di Dio. “Per noi uomini e per la nostra salvezza, discese  dal cielo..”, così professiamo noi cristiani, in realtà Dio  però non solo è venuto a salvarci  ma a renderci simili a lui:”Dio si è fatto come noi per farci come lui”.  In un mondo strano come il nostro , non sempre riusciamo ad avvertire questa prossimità di Dio accanto a noi,né riusciamo a guardare la luce di Dio che si accende nella nostra vita, anzi  ci sono tanti e tanti, che vorrebbero ancora barricarsi nelle tenebre  per non essere scomodati. Ma è pur vero che  quando  ci lasciamo illuminare dalla luce di Dio  vediamo le cose nella loro realtà, le riconosceremo per quello che sono, ,le chiamarono con il proprio nome, senza lasciarci abbindolate  da mercanti che ci offrono surrogati e monete false. Lasciamoci prendere dalle braccia forti di quel Bambino  che vagisce per noi, abbandoniamoci  a lui per  farci alzare in volo, per sentirci ancora  nella realtà iniziale di essere stati creati “ ad immagine e somiglianza di Dio”.                                     

L’augurio che noi che crediamo  possiamo farci è  comprendere  la realtà autentica del Natale e viverla  in ogni momento  come rendimento di grazie al Signore per il suo grande amore dimostratoci nel Mistero dell’Incarnazione.

Commento a cura di P. Pierluigi  Mirra passionista

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