Il Vangelo della Domenica
Carattere

Questa  Domenica,chiamata “In Albis”,perché coloro che nella Grande Veglia di Pasqua avevano ricevuto il Battesimo,ed erano stati rivestiti delle veste bianca”simbolo di nuova dignità” oggi la deponevano.                             

E’ chiamata anche” Domenica della Misericordia”, da quando il Beato Giovanni Paolo II, tenendo conto delle rivelazioni fatte da Gesù  a S.Faustina,decise che questa Domenica fosse della “Divina Misericordia”.                                

Tutta la Liturgia è ancora pregna della Mistero della Resurrezione di Cristo,mistero grande e fondamentale della nostra fede,ma vediamo però come Gesù trova difficoltà, cozzando con la mentalità ebraica, a fare comprendere ai suoi discepoli questa verità. Egli, fino alla sua Ascensione al Cielo, per 40 giorni, continuerà la sua opera pedagogica,preparando  i suoi, alla Pentecoste,che li confermerà poi nella verità tutta intera.                                                                                                                                                                                                                 La  sera di Pasqua, egli, Risorto,si era già imbattuto nei due di Emmaus,che delusi, stavano tornando al loro paese, e sarà lui, “pellegrino anonimo e discreto” ,a porsi accanto a loro, e poi, all’osteria di Emmaus, a manifestarsi nello spezzare il pane, e a far capire loro che le visioni avute dalla donne al sepolcro non erano solo chiacchiere.                                                                                                                                                                                        Gli altri Apostoli, radunati nel Cenacolo,avevano anch’essi ricevuto la visita di Cristo Risorto,ma c’era un altro, Tommaso, che,assente in quel momento, non volle credere alle parole dei suoi colleghi,e lancia una sfida allo stesso Risorto:vuole toccare, mettere mano e dito nelle piaghe.                                                                                            

Una sfida  o la ricerca  di una verità assoluta?...                                                                                                                                      

Gesù accetta la sfida,come ci narra Giovanni, nel brano del Vangelo di oggi, e ,dopo essere apparso la prima volta e avere dato agli Apostoli il potere di rimettere i peccati,,appare una seconda volta, e in questa occasione si rivolge allo sfidante Tommaso:”Metti qua il tuo dito, e metti la mano nel mio costato, e non essere più incredulo, ma credente!” Dalla labbra di Tommaso un grido di resa e di fede:”Mio Signore e mio Dio!” E Gesù, in un dolce rimprovero al discepolo ,chiama “beati” quelli che crederanno senza avere                           veduto.                                                                                                                                                                                                

E noi siamo di quelli che , senza avere veduto, credono, siamo di quelli che hanno vissuto e vivono la presenza di Cristo nella Grazia che ci viene dai Sacramenti e dalla vita della Chiesa.                                                              

E siamo invitati dal Maestro a vivere la nostra fede  in tutta libertà, cercando orizzonti aperti di misericordia e di bontà, mostrando agli altri, con la nostre fede in Lui, diventata carità, che Cristo è vivo e cammina con gli uomini di sempre. E questa sua presenza toglie a noi ogni paura , quella dell’oggi e quella del domani, e possiamo,con gli occhi ,illuminati da questa presenza, leggere i segni dei tempi, e costruire il nuovo n ella pace.

Commento di P. Pierluigi Mirra passionista

INVIA COMUNICATO STAMPA

Per poter pubblicare i tuoi comunicati stampa, corredati da foto,  scrivi un'email a comunicati@primapaginaitaliana.it

 

 

Iscriviti alla nostra newsletter per rimanere costantemente aggiornato sulle notizie più lette della settimana, che riceverai sulla tua mail. E' un servizio assolutamente gratuito.