Il Vangelo della Domenica
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La Parola ha sopportato che la sua carne fosse appesa  al legno; la Parola ha sopportato che i chiodi fossero piantati nella sua carne; la Parola ha sopportato che la sua carne fosse trafitta da una lancia; la Parola ha sopportato che la sua carne fosse deposta nella tomba; la Parola ha resuscitato la sua carne,l’ha offerta allo sguardo dei discepoli, si è prestata ad essere toccata dalle loro mani. Essi la toccarono e gridarono:”Mio Signore e mio Dio!”   Ecco il giorno che ha fatto il Signore!”(S.Agostino)                                                                                                                                                            Già dalla Veglia della  Notte,questa esortazione :”Ecco che il giorno che ha fatto il Signore,rallegriamoci ed esultiamo!”, è stato gridato quasi come forte invito a guardare il sepolcro vuoto,nel quale Cristo ha lasciato le bende e il sudario, e il profumo del suo corpo glorioso.                                                                                   

 “Cristo è risorto! Alleluja!” e la speranza ritorna a fiorire nel cuore degli uomini, e Adamo sussulta negli inferi in attesa di essere liberato.                                                                                                                                           

Cristo è risorto! Alleluja!”. Il grido che apre il cuore pauroso degli Apostoli alla novità, anche se  guardinghi ancora  cercano nella parole delle donne andate  al sepolcro la certezza, fino a quando il Signore  risorto non si manifesterà a loro..                                                                                                                                                “Cristo è rfisorto!Allelluja!”, grida la morte, lasciando la tomba e nascondendo la sua falce mortale.                               

Essa è stata sconfitta, come canta la “Sequenza “ nella LIturgia, e Cristo è  uscito vincitore, e precede i suo in Galilea.                                                                                                                                                                                                                  Dal Risorto, attraverso la voce dell’Apostolo Paolo, ci viene l’esortazione e non cercare più le cose di quaggiù, ma quelle di lassù, perché anche  noi siamo risorti con Lui, e in più a gettare via il lievito vecchio e ad impastare  il pane ,quello nuovo della verità e della sincerità.                                                                                                     

Quale questo pane?

E’ la stessa nostra vita, diventata nuova in Cristo, la quale va condivisa nella testimonianza,facendo sì che essa stessa,rinnovata in Cristo, diventi una buona notizia per tutti.                                                                              

Questo nostro mondo, che sembra sempre più immergesi in una mentalità di morte,necessita di risorgere, necessita di sentire il profumo del sepolcro vuoto,necessita di sentire ,attraverso noi, che , il Risorto, lo abbiamo incontrato e crediamo in Lui, e che la speranza  passi attraverso il cuore dell’uomo come una novità che rompe ogni solitudine spirituale.                                                                                                                                               “Cristo è risorto! Alleluja!”: Auguri!....

Commento di P.Pierluigi Mirra passionista

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