Il Vangelo della Domenica
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In questa Domenica, settimanale sosta per lo spirito nel quotidiano, la Parola di Dio ci ripropone ancora il tema dell’identità di Gesù,insieme  alla identità del cristiano. Nella Prima Lettura, il Profeta  Zaccaria proietta il nostro sguardo sul Golgota, dove il Figlio di Dio, umiliato e martoriato, sarà trafitto, e afferma  che coloro che vogliono la vita “volgeranno lo sguardo a  Colui che hanno trafitto.”                                                                                               

La Croce è il compimento dell’esistenza dell’Inviato del Signore per lavare il peccato e l’impurità di Gerusalemme. L’identità di Gesù non può  non avere come sfondo della sua esistenza che la Croce, il Calvario, dove egli darà compimento alla sua missione, e ,con il sangue versato,metterà il sigillo di garanzia alla sua opera redentiva.                                                                                                                                                           Luca ci propone invece Gesù che, curioso, ma la cui curiosità vuole arrivare nell’animo dei suoi discepoli, chiede ad essi,quasi in un discorso intimo e confidenziale, cosa la gente pensa e dice di lui.                                                        

Gli Apostoli, come anche nel testo di Matteo(16,13-19) sono svelti e pronti a dare risposte,riportando,quasi con tono di entusiasmo, ciò che la gente pensa che Gesù sia,ma poi  il Maestro restringe il campo dell’inchiesta e chiede  cosa loro pensino di lui. E arriva, immediata,   nel testo d Luca, la risposta di Pietro:”Il Cristo di Dio!”                                                                                                                                                                             Poi, Gesù, forse per  quasi  distrarli dalla loro confessione, alza  il oro sguardo verso ciò del Cristo dovrà avvenire:l a sofferenza che l’umanità, attraverso vari protagonisti e comparse, gli infliggerà. Però  Gesù illumina la sua  prossima morte con la promessa della vittoria sulla morte stessa, “la resurrezione il terzo giorno.”                                                                                                                                                                                                          Non tace però che il percorso del vero discepolo che vorrà seguirlo porterà i segni della Croce e della Passione,come  garanzia di fedeltà e di sicura riuscita. E che il discepolo di tale Maestro non può uscire al di fuori di questo percorso,perché è proprio questa via,tracciata da lui, e da lui percorsa per primo,che egli ha ricevuto la sua  identità,come recita L’Apostolo Paolo  nel brano della Lettera ai Galati.                                                               

Nella Passione,Morte e Resurrezione di Cristo, noi, suoi discepoli, abbiamo ricevuto il dono della liberà senza confini,ma anche una grande responsabilità,perché ora apparteniamo a Cristo.                                                                                                       “Non possiamo essere scolari che vogliono essere promossi senza fatica,che vogliono avere il bus sotto casa, ma senza pagare il biglietto,che vogliono avere, senza mai dare…. Amici e discepoli simili Cristo non sa che farsene..”                                                                                                                                                                                     Non possiamo proprio essere come il  nostro Maestro, cerchiamo almeno, con gli sforzi delle nostre possibilità, di  tentare.

Commento di P. Pierluigi Mirra passionista

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