In quel tempo, Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”».
Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”».
Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». Allora Gesù gli rispose: «Vàttene, satana! Sta scritto infatti: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”».
Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.
Commento
La liturgia del Mercoledì delle Ceneri ha dato inizio all’altro” tempo forte” dell’Anno Liturgico, la Quaresima, “tempo favorevole e opportuno” ,percorso da rendere fecondo per la nostra salvezza.
La Parola di Dio,che come lampada deve particolarmente illuminarci in questi giorni,in questa I Domenica ci ricorda la sconfitta iniziale dell’uomo nel Paradiso terrestre, complice il demonio,e la vittoria di Gesù, il Nuovo Adamo, sul tentatore nel deserto, e la risposta di Gesù che deve essere un motivo continuo di riflessione per tutti noi:”Non di solo pane vive l’uomo..”. Un ricordo che ci fa riflettere che l’anima dell’uomo, si ciba di valori che vanno al di là del tempo, perché l’uomo porta nel suo DNA la sete d’infinito
Papa Francesco nel suo messaggio per la Quaresima 2014 ci ha esortati a “Spogliarsi per rivestire lo stile di Cristo”,uno stile che sa di compassione, di tenerezza, di condivisione, ponendoci in particolare dinanzi a Gesù Crocifisso,quel Gesù che si è fatto povero,per arricchire noi con la sua povertà.
Un cammino,quello quaresimale, che ci parla anzitutto di conversione:”Convertitevi e credete al Vangelo”, ci ha detto il sacerdote ,ponendoci sul capo quel pizzico di cenere all’inizio della Quaresima.
Porsi in stato di conversione,vuol dire anzitutto guardarci dentro, senza fingere,misurando con il giudizio di Dio nelle nostre azioni di ogni giorno.
Convertirsi e riconciliarsi,vuol dire sentire la necessità di prendere in considerazione la parola “perdono”,perdonando anzitutto noi stessi, per essere perdonati da Dio e poi perdonare i fratelli.
La conversione e la riconciliazione vanno però nutrite con il contatto con Dio,attraverso la preghiera,un rapporto di fede e di confidenza,bussando al cuore di Dio,per intercessione del Figlio suo e per i meriti della sua Passione e Morte.
Siamo chiamati così a risorgere,quando ,riconosciuti i nostri peccati,gettiamo le braccia al collo della misericordia di Dio,per sentirci da lui amati,mentre dentro di noi nasce la speranza nuova che ci spinge a vivere una vita nuova in Cristo.
Il nostro cammino quaresimale deve avere pero come fondamenti e integratori dello spirito la Parola di Dio, ascoltata e vissuta,la penitenza,non intesa soltanto come osservanza delle regole del digiuno,ma come accettazione delle nostre fragilità e sofferenze,e le opere buone da porre in atto, come alimento di energia alla nostra lampada, accesa per illuminarci e illuminare.
Mettiamo in atteggiamento di conversione e di riconciliazione, proiettati verso la Pasqua del Signore, passando per il Calvario,ma fissando ,lo sguardo al sepolcro vuoto di Cristo Risorto.
Commento di P. Pierluigi Mirra passionista
