CHIESA
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Joseph Ratzinger non è più Papa. Alle 20.00 di giovedi' sera ha avuto termine il suo Pontificato, secondo la storica rinuncia comunicata meno di tre settimane fa, ed è iniziata la "sede vacante". E nel giorno che segna un'epoca, e fa da spartiacque nella storia della Chiesa, Ratzinger rende atto di sottomissione al suo successore, promettendogli "incondizionata riverenza e obbedienza", e si definisce ormai "semplicemente un pellegrino che inizia l'ultima tappa del suo pellegrinaggio in questa terra". Le ultime ore da Pontefice, in una giornata che resterà negli annali, hanno visto Benedetto XVI sereno e sorridente, con un atteggiamento quasi da normale quotidianità, mentre intorno a lui si susseguivano manifestazioni di affetto e commozione. Nella Sala Clementina ai 144 cardinali presenti a Roma, dopo il saluto del cardinale decano Angelo Sodano, ha comunque detto parole venute dal cuore, sì, ma che allo stesso tempo indicano la strada per il dopo-Ratzinger. "Continuerò ad esservi vicino con la preghiera, specialmente nei prossimi giorni, affinché siate pienamente docili all'azione dello Spirito Santo nell'elezione del nuovo Papa. Che il Signore vi mostri quello che è voluto da Lui", ha detto. "E tra voi, tra il Collegio dei cardinali - ha proseguito -, c'é anche il futuro Papa, al quale già oggi prometto la mia incondizionata riverenza ed obbedienza". Un'affermazione, questa, che sancisce, dinanzi al Sacro Collegio, come il nuovo Pontefice non dovrà sentirsi limitato né condizionato dalla presenza in vita di un "Papa emerito", come lo stesso Ratzinger ha chiesto di essere chiamato.

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