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Tripoli  - "Rimarrò a Tripoli vivo o morto". E' quanto ha affermato il leader libico, Muammar Gheddafi, nel corso di un intervento audio trasmesso dalla tv di Stato libica 'al-Jamahiriya'.
"Non abbiamo paura. Siamo più forti dei vostri missili e della vostra artiglieria", ha detto, in occasione del giorno del suo 69esimo compleanno, alla Coalizione internazionale: "Un quarto di un milione di libici sta combattendo per la libertà della Libia'', ha proseguito. "Questo caos ci è stato imposto e noi non ne abbiamo paura", ha aggiunto nel corso della registrazione durata meno di cinque minuti.
''Le tribù libiche faranno la rivolta contro le bande armate e noi resisteremo''. ha poi annunciato nel corso del suo intervento. Mentre l'emittente ha diffuso le immagini dei bombardamenti della Nato sulla Libia, il Colonnello ha quindi annunciato che ci sarà una "marcia milionaria di donne e uomini disarmati che disarmeranno le bande di Bengasi". Il riferimento è agli insorti del Consiglio nazionale transitorio libico che guidano la rivoluzione contro di lui.
''Dal momento in cui i giovani libici hanno sentito gli attacchi delle forze Nato contro (il compound di, ndr) Bab al-Aziziya'', ha proseguito Gheddafi, ''sono usciti per le strade a torso nudo per difendermi''. Il riferimento, in questo caso, è ai raid condotti dagli aerei della Nato, che oggi hanno coinvolto anche la sua residenza a Tripoli. "Noi non ci arrenderemo mai, né ci inginocchieremo", conclude con un avvertimento il rais.
Da Washington arriva un nuovo monito del presidente degli Stati Uniti Barack Obama, che in conferenza stampa con Angela Merkel ha ribadito: “Io e il cancelliere tedesco siamo d'accordo sul fatto che Gheddafi deve lasciare”.
Rispondendo ad una domanda sulle differenze nella politica dei due paesi riguardo alla Libia, il presidente ha fatto quindi notare come la Germania abbia "rafforzato" la propria presenza in Afghanistan consentendo così agli americani di disporre di maggiori risorse in Libia. Obama ha quindi parlato "di progressi significativi compiuti in Libia" e del fatto che l'intervento ha consentito di salvare Bengasi.
"Credo sia solo una questione di tempo prima che Gheddafi lasci", ha aggiunto, sottolineando poi come ogni paese coinvolto svolga "un ruolo diverso". Il presidente americano ha riferito di aver parlato del ruolo della Germania con la Merkel e di quale questo ruolo sarà quando Gheddafi avrà lasciato il potere.
E' intanto giunto a Bengasi il diplomatico russo Mikhail Marguelov, inviato speciale di Mosca. Secondo quanto ha reso noto l'inviato della tv araba 'al-Jazeera', Marguelov è stato ricevuto dai dirigenti del Consiglio nazionale di transizione, creato dai ribelli. E' la prima visita di un diplomatico russo nella capitale dei rivoltosi che chiedono la fine del regime di Muammar Gheddafi. - (Adnkronos/Ign)

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