SAN TAMMARO – (Nunzio De Pinto) Questa mattina, presso il "Villaggio Italia", sede del Contingente militare multinazionale di Pace a guida italiana affidato al colonnello Vincenzo Cipullo di San Tammaro, comandante del 21mo Reggimento di Artiglieria "Trieste", è giunto il Vice Presidente della
Conferenza Episcopale Italiana (CEI), Monsignor Gualtiero BASSETTI, Arcivescovo di Perugia. Monsignor Gualtiero Bassetti è in visita in Kosovo con una delegazione della Caritas della sua diocesi dallo scorso lunedì. Nel corso della sua visita in Kosovo, il vescovo monsignor Dode Gjergji, amministratore apostolico della Chiesa cattolica kosovara, ha sottolineato come “I cattolici in Kosovo sono appena 60 mila su una popolazione di due milioni di abitanti, in gran parte di religione musulmana, ma la Chiesa sta facendo molto per tutti, contribuendo a ricostruire rapporti umani e sociali minati dall'odio generato dalla guerra; lo fa senza distinzioni di etnia e di fede e per questo è molto apprezzata”. Al presule perugino, monsignor Gjergji ha espresso "viva gratitudine ed apprezzamento per quello che è stato fatto e per quello che si continuerà a fare affinché possa ritornare la pace in una terra così tanto martoriata": in Kosovo - ricorda un comunicato - la Caritas Umbria sta operando dal settembre 1999, appena cessate le ostilità belliche tra serbi e kosovari, nel campo-missione di Radulac (distretto di Klina). "La carità ha attraversato il mare unendo il Kosovo all'Umbria, due cuori che si incontrano in questo bellissimo segno di carità", ha detto, in proposito, monsignor Bassetti, secondo il quale il popolo kosovaro "é impegnato a lasciarsi alle spalle una guerra che lo ha segnato profondamente. La nostra presenza è importante perché aiuta non poco a costruire una convivenza pacifica tra persone di diversa etnia e religione, ad iniziare dalle semplici cose di tutti i giorni, come l'aiutarsi a vicenda nel lavoro dei campi, nel costruire la propria abitazione, nel lavorare gli uni accanto agli altri". La povertà in Kosovo - sottolinea la nota della Caritas - riguarda il 45% della popolazione e la forbice economica tende ad allargarsi tra kosovari che vivono in città, il cui tenore di vita si avvicina a quello degli italiani, e quelli che vivono in campagna, il cui reddito è dato da ciò che producono e allevano. La disoccupazione giovanile sfiora il 50% ed è causa di tanta emigrazione, e 60 mila giovani hanno problemi di tossicodipendenza.