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CAPUA - Di fronte a un film come Lo sciacallo, si può parlare di deriva etica del giornalismo, di pornografia dell'immagine, di sensazionalismo e schiavitù dell'audience.


Nulla di sbagliato nel farlo, ma nel film che segna l'esordio nella regia di Dan Gilroy, fratello del più noto Tony, questi temi sono solo l'esterno di un involucro che ne contiene di più ampi e complessi.


Nel personaggio interpretato da Jake Gyllenhaal, Gilroy proietta infatti tutta una serie di comportamenti e schemi di pensiero che valgono tanto per il singolo individuo quanto per la società in cui è calato.

 

TRAMA: Lou non riesce a trovare lavoro. Un giorno assiste per caso a un incidente stradale e ha un’illuminazione: si procura una videocamera e da quel momento passa le notti correndo sui luoghi delle emergenze, per riprendere le scene più cruente e vendere il materiale ai network televisivi. La sua scalata al successo lo rende sempre più spietato finché, pur di mettere a segno uno scoop sensazionale, arriva a interferire pericolosamente con l’arresto di due assassini… 
 

 

Il successivo e ultimo appuntamento con la rassegna di Cinema d’Essai è fissato per mercoledì 27 maggio, quando sullo schermo del Teatro Ricciardi arriverà “Fino a qui tutto bene” di Roan Johnson.

Tutte le proiezioni serali saranno introdotte dal direttore artistico di Caserta Film Lab e curatore della rassegna, Francesco Massarelli.

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