Basso Volturno
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GRAZZANISE– (Raffaele Raimondo) Fra “rosso” di cassa e “matrimonio coi fichi secchi”: questo sembra, cedendo un po’ all’iperbole, il range entro cui è costretto a muoversi, il più delle volte, un amministratore comunale in questi “tempi bui”. E’, senza dubbio, un raggio d’azione risibile, giacché, quando i soldi mancano, la qualità della produzione inevitabilmente ne soffre. Pare che non stia sfuggendo a tale “gioco stretto” neppure la Commissione straordinaria Migliorelli-Quaranta-Auricchio, in ordine ad alcuni annosi e marciti problemi che alla stessa si ripropongono e che comunque meritano d’essere affrontati e risolti. Non mancano affatto le palpabili esemplificazioni. Basti citarne una sola: il “circolo vizioso” innescatosi nei mesi scorsi (per il reperimento dei locali necessari alla “benedetta” riapertura di pubblici uffici sanitari in paese) ed impostosi, per l’appunto, a causa dell’arcinota “coperta stretta”, quella cioè che, tirata sulla testa, lascia scoperti i piedi. Non è forse questo il suggestivo giro venutosi a determinare dal momento in cui lo stabile dell’asilo-nido è stato riconvertito per ospitare gli ambulatori decentrati dell’Asl e pensare, poi, all’attivazione della struttura per bimbi in età 0-3 anni in un’ex scuola statale dell’infanzia dov’è tuttora la sede del Forum dei Giovani che si dovrebbe trasferire nella vecchia casa comunale mettendosi in compagnìa del Circolo polivalente degli Anziani-Pensionati e della Biblioteca municipale? Chi abbia meditato su una differente, meno onerosa e più avveduta “rotazione” di gruppi organizzati e servizi di alto interesse collettivo, probabilmente sarebbe ancora in tempo per dirlo. E noi, beninteso, prontissimi a rivedere convinzioni, dando atto di “migliori” ragionamenti da prospettar magari al viceprefetto Migliorelli, affabile e saggio coordinatore della Triade commissariale. Il confronto chiaro fra autorità locali e cittadini – diciamolo! – è sempre una bella cosa, in democrazia! Venendo alla più palpitante attualità su questo “canale” che evidentemente s’immette dritto nel vasto “lago” delle politiche sociali, in discussione v’è, stando ad informazioni di stampa, l’affidamento di incarichi per ribattezzare il funzionamento della Biblioteca (finito, come varie “creature” della terminata era svoltista, a carte48). E quale ipotesi è stata ventilata? Ebbene o e(mmale) sì, quella di chiedere all’Associazione Anziani (di per sé è locuzione impropria) e (contestualmente o separatamente?) al Forum Giovani di occuparsene. Colui o coloro che ha o hanno maturato una simile soluzione – onde ripristinare il diritto della cittadinanza alla lettura gratuita – sono stati sfiorati, a monte e in via preventiva, dalla curiosità di guardare - formalmente e sostanzialmente – la situazione pregressa? Altrimenti detto e accantonando, per un solo attimo, la fase della subentrata bibliotecaria Marta Raimondo, ha/hanno guardato, nell’archivio del Comune, la documentazione che portò alla nomina del primo direttore, cioè del prof. Franco Tessitore? E, soprattutto, constatare il certosino lavoro che egli seppe articolare per un lungo ed impegnativo periodo? E magari acclarando le vere ragioni che diedero luogo alla sua rinuncia? Ecco la matassa da dipanare, se il buon senso è chiamato comunque a prevalere e qualora si ritenga di interpellar Tessitore ed ammesso che dia la sua disponibilità. Vi sono infatti almeno tre nodi da sciogliere: il primo sta nel dovere di valorizzare l’acclarata competenza (di cui si nutrono l’efficacia e l’efficienza); il secondo nel preferir strade lunghe e con pochi tornanti; il terzo (che pregiudizialmente non sottovaluta per nulla le buone performances di cui pure potrebbero essere protagonisti “giovani o anziani bibliotecari”) fa capo alla lapalissiana individuazione di un vertice monocratico del quale ogni Ente o Agenzia, in termini di “sintesi di responsabilità”, ha ineludibile bisogno.

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