Cronaca
Carattere

Il sanfedista dunque, era, innanzitutto, un figlio della propria terra, nel senso più ancestrale del termine, infervorato nell’animo, dall’eco delle stragi compiute dai Giacobini a Napoli e in buona parte del Regno. La ferocia repressiva ‘repubblichina’, non lasciò scampo a quel popolo la cui unica colpa, fu quella di voler restare fedele al proprio Re ed alla propria religione. Il cambiamento che i portatori della nuova fede sociale, cercarono di imporre a suon di scoppetta, rappresenta, ancora oggi, una delle pagine più buie, della lotta contro i Borbone, contro il Regno di Napoli prima e quello delle Due Sicilie, poi. La classe borghese, per imporre la nuova alchimia sociale, attaccò il Regno nelle sue fondamenta fino a farsi odiare dalle masse popolari per la completa assenza di rispetto verso la religione e per l’imposizione di principi di difficile comprensione per le masse rurali. Saccheggi, accresciuto peso fiscale e l’obbligo della leva, gravarono come macigni sul groppone dei popolani. Supportati da una certa massoneria, i nuovi eroi della Repubblica si macchiarono di stragi alle quali, la storiografia ufficiale, non ha mai voluto far cenno. L'elenco delle nefandezze compiute, in nome del nuovo corso sociale e politico e in nome della ‘liberazione dall’oppressione borbonica,’ è tristemente lungo. Le prime feroci stragi di innocenti, vecchi donne e bambini, si aprirono con le 1.300 persone trucidate a Isola Liri e nelle contrade limitrofe. La repressione borghese, si estese poi a Itri e Castelforte che vennero letteralmente sfigurate. Sul finire di gennaio del 1799, oltre 1.200 persone furono massacrate nella santa Minturno che, nel successivo mese di aprile, assistette alla strage di altri 800 concittadini, giustiziati per reprimere i sempre vivi focolai di resistenza all’oppressore borghese. La cittadina di Castellonorato, venne rasa al suolo e tutti i suoi abitanti uccisi; 1500 i morti ad Isernia e oltre 700 a Guardiagrele; 4.000 gli abitanti uccisi ad Andria e 2.000 a Trani; 3.000 e più a San Severo e 800 a Carbonara. A fil di spada, fu passata anche tutta la popolazione  della piccola  Ceglie. La lista potrebbe andare avanti sino ad occupare svariate pagine. Da queste ‘stragi di Stato’, emersero quelle masse popolari che rafforzarono le armate della Santa Fede del Cardinale Ruffo. I ‘lazzari’ da Napoli, i ‘montanari’ dagli Abruzzi e i ‘contadini’ da Terra di Lavoro. 

 

INVIA COMUNICATO STAMPA

Per poter pubblicare i tuoi comunicati stampa, corredati da foto,  scrivi un'email a comunicati@primapaginaitaliana.it

 

 

Iscriviti alla nostra newsletter per rimanere costantemente aggiornato sulle notizie più lette della settimana, che riceverai sulla tua mail. E' un servizio assolutamente gratuito.