Il Vangelo della Domenica
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In quel tempo si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo».

Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Tàglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”».

Commento

 

I disegni d Dio  non sono linee tracciate a caso, ma hanno un fine, uno scopo da raggiungere, e che Dio,per valli, monti, oceani,li realizza ,chiedendo all’uomo ,chiamato a lavorare con lui ,soltanto fiducia illimitata in lui. In fatti la storia di Mosè, il bambino salvato dalle acque del Nilo,  è una storia che ha un seguito  nei disegni di Dio. Così la sua fuga dall’Egitto e l’arrivo  alla casa  di Ietro, del quale diventa pastore e genero,non è un caso. Mosè sarà colui che  aiuterà Dio a realizzare  la promessa di liberare il popolo ebreo dall’Egitto. Dio,nel roveto ardente, si rivela a Mosè,e con la forza di questo nome,egli sfiderà il faraone, fono alla resa di costui e alla partenza del popolo dall’Egitto.

S. Paolo Apostolo nel brano della Prima ai Corinzi, ricorda ai suoi, come Dio,fatto uscire il popolo dall’Egitto, non lo abbandonò, ma lo guidò,intervenendo  spesso  nel percorso e nella condotta del popolo, quasi educandolo  nel cammino,specialmente quando esso  si mostrava di dura cervice e recalcitrava a Dio,  contestando Mosè. E’ Dio che  quando chiama  e noi rispondiamo, con scelta libera , a camminare con lui, vuole  la nostra disponibilità fino in fondo, per realizzare con noi e per noi i suoi disegni.

Dio ci chiama nel tempo a realizzare  i suoi disegni, e vuole cha anche noi operiamo responsabilmente, portando quei frutti  che, pur servendo nel tempo, danno alle nostre azioni il tono dell’eternità.                                                                                                                                                                          La Parabola del fico sterile raccontata da Gesù, ci fa capire che il Signore, pur avendo grande pazienza e longanimità nell’attesa,può stancarsi vedendo la nostra ignavia e accidia nell’operare,o nel ripiegarci su noi stessi, con il rischio che il nostro albero, non porti nel tempo  i fritti attesi

Con il battesimo siamo diventati nuove creature e figli di Dio,e il Padre nostro  che ci ama  di un amore grande di misericordia, attende che noi non  rimaniamo dei neonati nella fede, ma cresciamo, diventando adulti, e, come un papà  in un famiglia, attende che poniamo in atto le nostre responsabilità  . Dio non  ha bisogno di neonati nella fede, ma di alberi adulti che ,a tempo opportuno, sappiano non solo fiorire, ma anche portare i frutti ,secondo  i suoi disegni di amore,

Siamo allora  chiamati forse  a chiamare  a cambiare ritmo nel cammino, a dare maggiore forza al nostro andare,a non sostare lungo la strada,anche se a volte possiamo essere stanchi, ma procedere con forza, fidando sempre in Colui che  non ci abbandona, che sa attenderci, ma che vuole che noi arriviamo con le mani  piene di frutti di vita eterna

     Non rimandiamo a domani il convertirci; domami potrebbe  forse essere tardi!

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